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Relazione Osservatorio Immobiliare Fiaip Alessandria - 1° Semestre 2014
16/01/2016

Situazione del mercato – primo semestre 2014.

 

Le premesse di fine 2013 non erano incoraggianti e purtroppo i fatti di questa prima parte del 2014 le hanno drammaticamente confermate, mantenendo al mercato i connotati di una stagnazione preoccupante: richieste ai minimi termini e conclusioni di trattative di conseguenza.

 

Fortunatamente, da qualche settimana, qualcosa sembra muoversi.

Forse la sensazione di una maggiore stabilità politica che si è avuta dopo le tornate elettorali degli ultimi mesi o forse, semplicemente, il fatto che la “natura sta facendo il suo corso”e deve , prima o poi, rimettere in moto le dinamiche del mercato e le imprese sane e solide (che sono per fortuna ancora tantissime) superano timori e ostacoli e tornano ad investire per crescere.

 

Speriamo che non sia un fuoco di paglia , come è già capitato in questi mesi, ma che questi segnali rappresentino davvero l’inizio di un nuovo positivo percorso.

 

Un altro segnale che si è manifestato ultimamente è quello di un ritrovato interesse da parte degli investitori puri, che se ancora non si è concretizzato  in un aumento di compravendite, si evidenzia nell’aumento di richieste di informazioni .

Un importante indice questo, che segnala come il mercato abbia forse percepito la fine della fase acuta della crisi e, quindi individuato il momento migliore per fare acquisti, prima che i prezzi ricomincino a salire.

Con i rendimenti finanziari ai minimi termini e con le occasioni presenti sul mercato, le condizioni per un’evoluzione di questo tipo sarebbero naturali e potrebbero rappresentare lo sbocco ed una grossa risorsa per riportare movimento del nostro settore.

Sfortunatamente il freno della tassazione immobiliare, che ogni ente che ne abbia potere applica con la più spavalda ferocia, tende a scoraggiare questi timidi progetti di investimento.

 

Anche il mercato delle locazioni, che si era mantenuto più vivo, ha subito un rallentamento negli ultimi mesi e ha visto una sempre maggiore disponibilità dei locatori a ragionare sugli aspetti economici dei contratti.

 

Riguardo al credito, gli istituti bancari continuano e dichiarare propositi collaborativi che stentano però a tradursi in fatti concreti. La rigidità delle procedure e la spersonalizzazione del processo decisionale (c’è sempre qualche “Misterioso Ente Supremo” pronto a dire di no) penalizzano  soprattutto il credito al settore produttivo che avrebbe bisogno di un sistema bancario capace di analisi più profonde dell’inserimento di freddi dati in un programma: valutazione dei progetti, esame delle prospettive dei mercati e, soprattutto, considerazione delle persone che questi progetti devono sviluppare.

Il nostro Paese non ha mai avuto una tradizione di merchant bank come esiste in altre nazioni, ma fino a qualche anno fa, la responsabilità delegata ai direttori di banca, presìdi del territorio, svolgeva di fatto questa funzione. In qualche caso questa libertà di giudizio è stata mal utilizzata ma, come soluzione, invece di affinare i controlli e formare il personale, si è deciso di buttare, con l’acqua sporca, anche il bambino, depotenziando le strutture periferiche e accentrando i processi decisionali, spersonalizzandoli sempre più.

Oggi gli istituti bancari tendono a darsi un’organizzazione specialistica, settoriale. Ciò sicuramente è una condizione di crescita professionale degli operatori del sistema, ma non basta ancora. Serve tornare ad un “presidio del territorio” essenziale per ottenere i dati necessari per consentire di  prendere le decisioni giuste. Cinquant’anni fa, al mio paese erano operative due banche private. I titolari delle due banche erano usi, nei giorni di mercato, incrociare nella piazza del paese, osservando, parlando, raccogliendo notizie. Il risultato di quest’opera poteva essere la convocazione di qualche cliente per un richiamo all’ordine o la concessione di un credito a chi si muoveva con il giusto spirito. Tante piccole operazioni ma diffusissime.

Tutto, allora, era più empirico ma l’Uomo era sempre al centro di ogni progetto.

Guardando al passato qualche insegnamento si può sempre trarre, perché erano altri tempi, è vero, ma tempi che sono passati alla storia come Boom Economico.

 

 

Mauro Ravera – Luglio 2014